02 October 2025
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Marco Galetti
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Nuovo Codice Appalti e digitalizzazione: guida per enti e stazioni appaltanti


Due professionisti uomini guardano insieme un documento con attenzione

A oltre un anno dall’entrata in vigore del Nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023), il quadro sull’effettiva digitalizzazione dei contratti pubblici appare ancora critico. La normativa impone una gestione completamente digitale del ciclo di vita degli appalti, ma molti enti e stazioni appaltanti si trovano in difficoltà: recepimento disomogeneo, strumenti inadeguati e processi ancora frammentati. 

Un ecosistema complesso e poco compreso

 

Molti enti si trovano ad affrontare problematiche strutturali e organizzative che compromettono la corretta gestione degli appalti: 

  • Scarso monitoraggio di tempi e costi, con rischio di perdita di finanziamenti; 
  • Frammentazione gestionale, con uffici che operano in modo isolato e su sistemi non integrati; 
  • Mancanza di dati certi, che mina la trasparenza e alimenta la sfiducia dei cittadini; 
  • Resistenza al cambiamento e carenza di competenze digitali interne. 

Inoltre, a partire dal 1° luglio 2025, non sarà più possibile usare il portale ANAC per affidamenti sotto i 5.000 euro, rendendo obbligatorio per gli enti dotarsi di piattaforme qualificate, anche per le procedure più semplici. 

La soluzione? Una PAD integrata e certificata

 

Per affrontare con efficacia la transizione digitale, è necessario adottare una Piattaforma di Approvvigionamento Digitale (PAD), certificata AgID, che permetta la gestione completa e integrata del ciclo degli appalti pubblici: dalla programmazione al collaudo. 

I vantaggi principali di una PAD includono: 

  • Accessibilità da qualsiasi dispositivo grazie alla tecnologia cloud; 
  • Uniformità operativa, con una sola piattaforma per tutte le fasi del processo; 
  • Adeguamento normativo automatico, a carico del fornitore; 
  • Integrazione con piattaforme nazionali (ANAC, PCP, BDAP, MIT), eliminando la duplicazione di dati; 
  • Collaborazione tra uffici tramite API e strumenti che connettono affari generali, manutenzioni e risorse economiche. 

Oltre la tecnologia: un cambiamento culturale

 

Una PAD non è solo uno strumento informatico, ma una leva strategica per innovare la gestione pubblica. Automatizza la gestione degli incentivi per le funzioni tecniche, stimola il riconoscimento delle competenze e aiuta a superare la resistenza interna al cambiamento. Offre inoltre funzionalità evolute, tra cui: 

  • Controllo in tempo reale su tempi, costi e avanzamento lavori; 
  • Scadenzario automatico, che invia alert e promemoria per tutte le scadenze; 
  • Cruscotti di Business Intelligence, con report chiari e aggiornati per una comunicazione trasparente verso cittadini e stakeholder. 

Dal vincolo all’opportunità: ripensare la digitalizzazione nella PA

 

Ridurre la digitalizzazione a un mero adempimento è un errore strategico. Solo adottando soluzioni moderne, integrate e aggiornate come una PAD, gli enti pubblici possono affrontare le complessità normative, ridurre inefficienze croniche e migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. 

 

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