Trento, 6 giugno 2025 – Si è tenuto ieri Dedapulse – Accelerate Your Business, l’evento ideato da Dedagroup per mettere a fuoco le traiettorie evolutive che l’innovazione sta tracciando nel cuore del sistema produttivo italiano, condividendo pensiero ed esperienze di imprese, istituzioni e pensatori in un dialogo aperto e multidisciplinare non solo sulla tecnologia ma anche su umanità, società e futuro.
Nato con l’obiettivo di unire strategia, cultura digitale e visione industriale, Dedapulse ha visto la partecipazione di oltre 400 tra imprenditori, manager, innovatori e accademici ed è stato un abilitatore di confronto sui grandi temi della trasformazione nei settori chiave del Made in Italy: dall’adozione consapevole dell’AI alla governance dei dati pubblici, fino alla sostenibilità delle infrastrutture. Attraverso le testimonianze di business manager, gli interventi di leader internazionali e gli approfondimenti sui settori di riferimento del Gruppo (Finance, Fashion, PA, Cloud, AI), Dedagroup ha confermato il proprio ruolo di motore di innovazione e interprete dei bisogni a cui risponde con la dedizione delle proprie persone, coniugando competenze verticali, approccio consulenziale e sviluppo tecnologico in grado di portare a risultati reali e duraturi.
Un approccio che il Gruppo ha sintetizzato in un manifesto valoriale e che rappresenta il filo conduttore del percorso di crescita e accompagnamento, cambiamento e evoluzione di realtà pubbliche e private.
Al centro della giornata il confronto tra Federico Faggin, scienziato, imprenditore, filosofo e pioniere del microchip, e Luciano Floridi, Professore e Founding Director del Digital Ethics Center della Yale University, in un dialogo a tre con Marco Podini, Presidente Esecutivo e CEO di Dedagroup all’interno della tavola rotonda “L’equilibrio tra tecnologia, etica e il valore invisibile della spiritualità nella scienza e nell’innovazione tech”.
“L’intelligenza artificiale non è cosciente, non ha libero arbitrio. Se fa qualcosa di non etico, è perché qualcuno glielo ha detto. È per questo che il futuro è nelle nostre mani, nelle mani di chi la fa, di chi la usa e di come la usa. Perché l’intelligenza artificiale funzioni per il bene comune, dobbiamo usarla con etica: l’etica nel nostro animo e nella nostra capacità di capire, nel nostro senso di volere il bene comune. Il futuro sarà migliore solo se cooperiamo invece di competere” ha affermato Federico Faggin, sottolineando con forza che l’etica non risiede nella tecnologia, ma in chi la governa.
“L’intelligenza artificiale rappresenta la fusione tra potenzialità tecnologiche e nuove responsabilità etiche. Non si tratta più di domandarsi se cambierà il nostro modo di vivere e lavorare, ma come guidare questo cambiamento affinché sia davvero al servizio dell’essere umano e dell’ambiente. Nel dialogo con Federico Faggin e Marco Podini emerge una verità chiave: la tecnologia non è mai neutrale, riflette i valori di chi la progetta, la utilizza e la regola. Per questo è fondamentale costruire un’etica del digitale, non come limite all’innovazione, ma come suo fondamento. Solo così potremo realizzare un futuro digitale più giusto, inclusivo e rispettoso della dignità umana. L'Italia può essere protagonista di questa rivoluzione etica del digitale, coniugando la sua tradizione umanistica con l'eccellenza tecnologica e scientifica”, commenta Luciano Floridi, Professore e Founding Director del Digital Ethics Center della Yale University.
“In un’epoca in cui l’innovazione accelera senza sosta, sentiamo il dovere di chiederci non solo cosa possiamo fare con la tecnologia, ma cosa è giusto fare. L’equilibrio tra tecnologia, etica e il valore invisibile della spiritualità nella scienza è il fondamento di un’innovazione autentica, che non si limita a risolvere problemi ma interroga il senso stesso del cambiamento. Con Dedapulse abbiamo scelto di prenderci il tempo per fermarci, pensare e ascoltare. Perché oggi, più che mai, tra l’altro, serve una cultura dell’AI che non sia inconsapevole, indistinta, automatica” sottolinea Marco Podini, Presidente Esecutivo e CEO di Dedagroup. “Come Gruppo, siamo coscienti che portare l’intelligenza artificiale nelle imprese e nei servizi significa assumersi una responsabilità profonda, che tocca non solo la dimensione tecnologica, ma anche quella etica, sociale e culturale. In Deda desideriamo promuovere un modello di AI spiegabile, accessibile, inclusiva e sempre centrata sull’essere umano. Vogliamo sostenere un modello in cui le persone restano protagoniste delle decisioni, e la tecnologia diventa alleata nella costruzione della migliore azione possibile. Non è un tema nuovo, ma è il momento storico giusto per riportarlo al centro. Perché solo se torniamo a riflettere su ciò che diamo per acquisito, possiamo affrontare con responsabilità ciò che ancora non conosciamo”.
Nel confronto con Marco Podini, Claudia Parzani, Presidente di Borsa Italiana, ha lanciato un appello deciso al sistema economico e imprenditoriale italiano: “È il momento di avere coraggio. La paura potrebbe paralizzare ogni iniziativa: quotarsi, fare un investimento, crescere. Credo che ci siano tanti grandi imprenditori che hanno visione e competenze, e che possono trovare il coraggio di fare quelle scelte che un giorno permetteranno loro di vincere in competitività”.
Tra gli interventi più visionari della giornata, quello di Bianca Cefalo, CEO e Founder di Space DOTS, startup deep-tech che fornisce soluzioni integrate di hardware e software per l’intelligence ambientale orbitale. Space DOTS è la prima azienda europea a combinare tecnologie di bordo con una piattaforma proprietaria in grado di raccogliere, analizzare e trasformare dati orbitali in insight strategici per il design e la progettazione di missioni, la pianificazione operativa e la visualizzazione di aree a rischio ambientale - naturale o di origine umana - in ambito sia civile che difesa.
Dal palco di Dedapulse, Bianca Cefalo ha annunciato in anteprima il lancio del progetto che vedrà Space DOTS, prima azienda europea del settore, guidare una costellazione satellitare dedicata alla mappatura ambientale in orbita lunare. L’obiettivo è raccogliere dati orbitali critici per l’utilizzo, l’esplorazione e l’abitabilità umana del sistema Cislunare, abilitando nuove forme di economia off-Earth e rafforzando la sovranità spaziale europea. Un traguardo simbolico per l’Italia, che si afferma protagonista della New Space Economy globale, portando know-how, visione e identità in una nuova fase dell’esplorazione umana.
“Dopo 15 anni trascorsi a costruire il mio percorso professionale all’estero, non potrei immaginare un palcoscenico più simbolico di Dedapulse - qui, in Italia - per annunciare la partnership tra Space DOTS e General Electric Company: una alleanza strategica grazie alla quale creeremo le condizioni per vivere e prosperare attorno alla Luna, supportando la visione di GEC di costruire la prima città spaziale abitata oltre l’orbita terrestre” spiega Bianca Cefalo, CEO e Founder di Space DOTS. “Questa è la prima missione commerciale nello spazio profondo guidata da una donna italiana. È la dimostrazione che l’Italia non è più solo spettatrice, ma protagonista anche in questo settore. Non stiamo esportando soltanto tecnologia: stiamo esportando visione, identità e il coraggio di guidare anche dove nessuno prima di noi ha osato.”
Dedapulse non è stato solo un momento di ispirazione, ma anche un’occasione concreta per raccontare come la trasformazione tecnologica stia già producendo risultati misurabili nei settori chiave del Paese e costituisca una leva strategica per accelerare il business, la crescita e lo sviluppo delle imprese. Clienti e aziende del Gruppo si sono confrontati su come l’innovazione digitale stia cambiando il modo di fare impresa, abilitando nuovi modelli organizzativi, accorciando le filiere, rendendo più intelligenti i processi e più accessibili i servizi.
Un approfondimento trasversale è stato dedicato al ruolo dell’intelligenza artificiale nell’accelerazione del business. Marco Bellinzona, CEO di Deda AI, l’azienda del Gruppo che si occupa di Intelligenza Artificiale, Ernesto Damiani (Khalifa University) e Matteo Grassi Alessi (CIO di BNL – BNP Paribas), hanno messo in luce la necessità di una forte sinergia tra ricerca, impresa e tecnologia, la centralità della persona nei processi decisionali guidati dall’AI, e l’urgenza di investire oggi per uno sviluppo etico e sostenibile.
Gianni Spada, CEO di Deda Bit, la società del Gruppo Deda che accompagna Banche, Assicurazioni e Aziende Large Corporate nel loro percorso di innovazione, ha sottolineato come l’adozione di piattaforme data-driven, basate su intelligenza artificiale e gestione documentale evoluta, stiano rafforzando la capacità operativa e predittiva di istituti finanziari e aziende.
Il Made in Italy è stato al centro del dialogo tra Alessandro Varisco, CEO Twinset e Luca Tonello, CEO di Deda Stealth, azienda che accompagna nella crescita i più grandi brand del fashion & luxury, in cui è emerso come dedizione alla qualità e all’identità di brand possano evolvere senza perdere autenticità, grazie a strumenti digitali capaci di valorizzare i dati, proteggere i margini e supportare decisioni coerenti e consapevoli.
È stata poi la volta di Giovanni Scardovi, CEO di Deda Digital, Deda, realtà specializzata nell’innovazione dei sistemi IT attraverso strategie digitali e user experience, Cristina Manfredini, Direttrice di Fondazione ASPHI Onlus che hanno messo in luce come l’accessibilità digitale, da semplice obbligo normativo, possa evolvere in motore di inclusione e acceleratore dell’evoluzione sostenibile del business.
Claudio Santiago Abad, CEO di Deda Tech, il managed cloud & security service provider del Gruppo, e Daniele Terzaghi, IT Manager di Bracchi SpA, hanno illustrato come la migrazione completa al cloud abbia permesso all’azienda di logistica di accelerare il proprio percorso di crescita e sviluppo ed evolvere verso un’infrastruttura IT più agile, scalabile e strategica.
Infine, il valore dei dati pubblici e il loro utilizzo strategico per la competitività del Paese sono stati al centro del confronto tra Fabio Meloni, CEO di Deda Next, impegnata ad accompagnare la trasformazione digitale della PA e delle aziende di pubblico servizio, e Massimo Fedeli, Capo Dipartimento Sviluppo Metodi e Tecnologie per l’Informazione Statistica di ISTAT. L’intervento ha evidenziato il ruolo crescente che enti come ISTAT svolgono come abilitatori di valore, mettendo a disposizione dati affidabili, accessibili e interoperabili.