Nell’attuale evoluzione dell’intelligenza artificiale, l’Italia è chiamata a investire in infrastrutture locali, gestione qualificata dei dati e competenze diffuse per garantire una sovranità digitale solida e sostenibile.
La necessità di costruire capacità digitale autonoma, non nuove forme di dipendenza, è proprio uno degli elementi chiave della riflessione di Roberto Loro, Chief Technology Officer di Dedagroup, appena pubblicato su Agenda Digitale.
Nell'articolo, Loro evidenzia come l’AI non è neutra: concentra dati, calcolo e significati in pochi hub globali, generando un “AI-Divide” che separa chi governa i modelli da chi li subisce. Nonostante quasi l’80% delle aziende italiane preveda di adottare tecniche di IA generativa nel breve periodo, senza investimenti mirati in infrastrutture di prossimità, competenze territoriali e data residency il rischio è quello di consolidare una dipendenza esterna strutturale. La sovranità digitale diventa così un prerequisito per resilienza industriale, trasparenza algoritmica e controllo del valore generato.
A dimostrare come un modello diverso sia possibile c’è Intacture, data center nel cuore delle Dolomiti alimentato da fonti rinnovabili e progettato per sostenere architetture distribuite. Oltre all’infrastruttura, il suo punto di forza è l’ecosistema operativo che integra DataOps, MLOps e DevSecOps, accelerando la trasformazione dei dati in valore industriale.
Un esempio di come la prossimità possa trasformarsi in vantaggio competitivo, non in limite.
Così, filiere territoriali che integrano imprese e ricerca, sono cruciali per sviluppare l’innovazione e mantenere controllo, pertinenza e valore nel nostro Paese.